Chiesa di San Domenico

Originariamente intitolata a S. Maria dell’Umiltà, fu edificata per volere della duchessa Sveva Orsini, vedova di Francesco I Del Balzo: lo stemma dei Del Balzo (stella con sedici raggi) unito a quello degli Orsini (orso con rosa e tre bande diagonali) e a quello della città di Andria (leone rampante e ramo di quercia), scolpiti in un’unica lastra è infisso in alto sulla parete laterale della Chiesa su via Corrado IV di Svevia. Il primitivo impianto della Chiesa è stato rimaneggiato nel corso dei secoli. Una scalinata in pietra conduce alla facciata che ha un prospetto semplice su piazza Manfredi e presenta un portale d’ingresso rinascimentale con stipiti ed architrave finemente scolpiti con motivi dell’Antico Testamento; nella lunetta sull’architrave, invece, è scolpita in una conchiglia la Beata Vergine con il Bambino. Sul lato sinistro della facciata si apre una porta “elegantemente incorniciata”, con scolpita una statuetta di San Domenico e i simboli dei domenicani: il giglio, il libro, il cane con la torcia accesa in bocca. L’interno è ad una sola navata e sono presenti cinque altari di marmo. Come racconta lo storico Mons. Merra gli altari in passato erano tredici. Alla fine del secolo scorso l’interno della Chiesa fu oggetto di scavi conoscitivi e solo ora, dopo decenni, sono ripresi i lavori di ripristino e restauro. Nella sacrestia è conservato il corpo del Duca Francesco II Del Balzo. Sopra la sua tomba vi era un pregiatissimo busto di marmo bianco raffigurante lo stesso duca in abito di terziario domenicano, attribuito allo scultore Francesco Laurana (attualmente trovasi nel Museo Diocesano). Tra il 1765 e il 1769 venne eretto il campanile, opera del maestro andriese Domenico Ieva: è costruito in pietra,  recentemente restaurato, in stile barocco sviluppato elegantemente su tre piani e poggia su un robusto arco situato in un corridoio dell’antico confinante convento dei frati domenicani.

 

Maschere apotropaiche sul campanile della Chiesa di San Domenico

Il campanile della chiesa di San Domenico di Andria presenta 4 mascheroni: due sul lato chiostro (A, B) e gli altri due rispettivamente sui lati orologio (C) e chiesa (D). si tratta di maschere che non trovano riscontro di significato in modo chiaro e semplice, non sono riconducibili per mancanza di documenti a schemi conosciuti o classificabili. Le 4 maschere hanno tratti caratteristici prevalentemente umani. In alcune (A,B,D) gli elementi bestiali sembrano avere qualche presenza maggiore, ma è evidente che l’umanità delle maschere rimane significativa. E non si tratta di mostri: il mostro ha sempre rappresentato il passaggio dall’informe alle forme definite e la prevalenza dell’elemento umano all’interno della mostruosità ha confermato la superiorità dell’uomo su tutte le forme di vita. Nel caso delle quattro rappresentazioni del campanile di san Domenico ci si trova dinanzi a ere e proprie maschere. È vero infatti che le narici sono smisurate in tutte e quattro le maschere ma è anche vero che sono presenti in modo vistoso anche le bocche.

 

Le sculture che compaiono nelle e sulle facciate si rivelano depositarie di una sapienza che va al di là del fine decorativo. L’analisi delle quattro maschere deve incentrarsi su alcuni particolari: le maschere sono quattro quindi i quattro rilievi devono essere collegati tra loro; la posizione: tre maschere sono poste al primo ordine mentre la quarta è posta più in alto; il terzo particolare è dato dalla bocca: e quattro maschere hanno come elemento fisico predominante quello della bocca, bocche aperte e in alcuni casi con la dentatura ben visibile.

 

La bocca ha sempre avuto nelle rappresentazioni di questo tipo due possibili significati: quello negativo di rappresentare la bocca di una caverna, quindi dell’inferno, o quello positivo di indicare la parola, quindi la capacità di diffondere il Verbo. Partiamo da quella negativa: due bocche (A,B,C) mostrano aggressività e addirittura violenza, la D presenta caratteri demoniaci. L’ipotesi non regge in quanto la posizione delle maschere non dà l’idea di qualcosa di negativo ma, al contrario, di qualcosa che dovrebbe sorgere da altre. Per quale motivo un campanile, il punto più alto della città, dovrebbe trasmettere un elemento negativo? Perché la caverna del  male dovrebbe essere rappresentata in alto dove suonano le campane? Le bocche rappresenterebbero la parola da diffondere? Anche in questo caso c’è qualche perplessità da sottolineare: perché la parola, in definitiva la verità, dovrebbe essere rappresentata con delle maschere, cioè con un elemento che ricorda la finzione? Con maschere che non danno sicurezza ma che confondono?

 

Le quattro maschere quindi potrebbero rappresentare un Sapere Razionale che accetta la Fede ma che va al di là delle credenze comuni.

informazioni tratte da un articolo di Michele Palumbo

Pianta chiesa San Domenico
Fonte: andriarte.it
Fonte: http://www.andriarte.it/SDomenico/campanile-maschere_fregi.html